Spesso mi sento dire da alcuni miei studenti:
– Daniela, sono stanco di stare sempre male, di avere paura!
oppure
– Non ne posso più di questa tristezza!
– Sono sempre nervoso, mi arrabbio con tutti, voglio smettere questo comportamento!
Va di moda pensare che le emozioni negative siano, appunto, negative, quindi cose brutte e cattive che vanno estirpate.
Quando proviamo rabbia, vogliamo essere più pacifici e zen, quindi vai di esperienze spirituali, meditazione, tai chi, affermazioni positive;
quando siamo tristi e soli, desideriamo essere felici e stare insieme alle persone, quindi vai di chat, di uscite con gli amici, o di distrazioni tipo serieTV, etc. Tutto pur di non sentire quella desolazione;
quando abbiamo paura, ci sentiamo sbagliati, deboli, insicuri, incapaci, e desideriamo sentirci forti, sempre prestanti, e quindi vai di corsi di difesa personale, di masterclass in problem solving, di forzature cognitive che impongono disciplina, col fine di soffocare quella paura.
Questo però crea due enormi errori:
il primo è che le forzature che soffocano delle emozioni, prima o poi collassano e fanno emergere le stesse emozioni, con forza decuplicata, creando spesso dei danni.
Il secondo, infatti, è che si finisce per perdere di vista l’obiettivo UTILE E SANO, di quell’emozione, e quindi non viene risolto il problema che l’ha generata. Se ci sono certe emozioni è perché hanno una funzione utile. Non sono un errore di sistema.
Se sei triste, rabbioso o quando provi paura, l’unico problema nasce se cerchi di ignorare e coprire quell’emozione.
Infatti:
la paura serve a dirti che c’è un pericolo. Può essere che sia un pericolo reale o che sia un pericolo da te percepito, ma qualunque sia il caso, merita attenzione. Se c’è un pericolo, in un modo o in un altro, questo va visto e risolto. Non puoi forzarti di non provare paura, perché il tuo sistema continuerà a dirti “Hey, c’è un pericolo!” e magari avrà pure ragione. Quindi devi imparare a discernere: pericolo reale, agisco subito in un modo concreto, pericolo fittizio, agisco comunque, magari in un altro modo, più analitico e profondo, ma lo scopo ultimo è quello che la paura venga risolta. Non ignorata.
Idem dicasi per la rabbia. Quando provi rabbia significa che qualcosa o qualcuno sta cercando di ostacolarti, o magari si sta verificando un’ingiustizia. Anche qui, potrà essere reale o percepita da te a causa di alcuni tuoi limiti o blocchi, ma comunque sia, anche questa emozione merita un’attenzione e un’azione concreta per cambiare le cose, e quell’azione non è di certo quella di costruire un ego spirituale che si crede elevato e che, di contro, sta soffocando un’emozione vitale e sana.
La tristezza ti sta dicendo che ti manca qualcosa o qualcuno, che hai bisogno di una dimensione che al momento ti sfugge e che devi fare qualcosa per ricreare un’armonia perduta. L’azione può essere estroversa – quindi volta a recuperare qualcosa o qualcuno di esterno – o introversa – quindi orientata al creare quella dimensione dentro di te. Qualunque sia la soluzione, distrarsi non ti aiuterà a stare veramente meglio.
Spero che questo contenuto ti sia stato utile e che ti abbia fatto comprendere che le emozioni “negative” non sono delle nemiche, ma sono utili se sai come sfruttarle a tuo vantaggio.
Durante Classroom Attitude ti insegnerò come usare queste emozioni a tuo vantaggio col fine di non avere più blocchi e limiti davanti alle donne che ti interessano.